Tumori e stili di vita sotto accusa
Fumo, consumo di alcol, sedentarietà sono tra i fattori sotto accusa.
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Fumo, consumo di alcol, sedentarietà tra i fattori di rischio che espongono le persone ai tumori.
Gli studi
Per il nord-ovest il lavoro degli specialisti del Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute ha individuato, tramite interviste anonime in una fascia di popolazione compresa tra i 18 e i 69 anni (ogni anno sono 30 mila le interviste raccolte) un quadro preciso relativo all’anno appena concluso. Se i grandi numeri parlano di 390 mila diagnosi di nuovi tumori stimate nel 2024 (214 mila in pazienti maschi e 175 mila in pazienti femmine), a livello regionale la differenza è fatta proprio dai fattori di rischio comportamentali.
Il fumo
In Piemonte il lavoro a campione degli studiosi ha evidenziato un 26,3% di fumatori, e un 20,4% di ex fumatori (peggiore della media nazionale). Degli intervistati liguri invece sono meno quelli che si sono dichiarati fumatori (25,5%) ma diminuiscono decisamente anche quelli che hanno smesso, 17,4% (simile alla media nazionale). Piemonte e Liguria, nella classifica delle regioni con il maggior numero di fumatori, sono rispettivamente al 4° e al 7° posto. Per quanto riguarda la Lombardia, terza regione di interesse per questa testata, i dati di analisi non sono disponibili, poiché non partecipa al sistema di sorveglianza.
L'alcol
Anche per quanto riguarda l’alcol, il consumo di questa sostanza è strettamente connesso all’insorgenza di patologie oncologiche. Il termine di paragone, l’unità alcolica, è determinata in 12 grammi di etanolo, circa una lattina di birra, un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore. L’indagine ha fatto riferimento al consumo di bevande alcoliche nei 30 giorni precedenti l’intervista, individuando il consumo durante i pasti, il consumo abituale o occasionale fuori dai pasti e il cosiddetto “binge drinking”, ossia il consumo di 5 o più unità alcoliche per gli uomini (4 unità alcoliche per le donne) in un unico momento. In Piemonte i consumatori di alcol a maggior rischio sono il 23,2% degli intervistati, mentre i “binge drinkers” sono il 12,2%. In Liguria le cose sono messe decisamente meglio: i consumatori a maggior rischio sono il 16,5%, mentre i “binge drinkers” sono il 9,6%. Le regioni settentrionali guidano la speciale classifica di chi beve di più: il Piemonte è al 9° posto (peggio del valore nazionale, fissata al 18%), mentre il valore ligure è simile a quello nazionale. Curiosità: a guidare questo elenco di regioni è la Valle d’Aosta, con il 41% di consumatori a maggior rischio.
La sedentarietà
Nel capitolo sulla sedentarietà invece il campione intervistato si è suddiviso in un 56,6% di attivi, un 27% di parzialmente attivi e 16,4% di sedentari. Tra i liguri invece si è dichiarato attivo il 54,5% del campione intervistato, parzialmente attivo il 21,8% del campione e il 23,8%. La quota di sedentari che emerge dalla ricerca è decisamente superiore nel meridione: la classifica delle regioni i cui abitanti si muovono meno vede Piemonte e Liguria rispettivamente al 15° posto e all’11° posto, a cavallo del valore nazionale (28%).
L'obesità
A incidere sulla possibilità di sviluppare malattie tumorali, e strettamente connesso proprio con la sedentarietà, è il fattore di rischio dell’eccesso ponderale, ossia l’obesità, in aumento negli ultimi anni nel Settentrione. In Piemonte gli indici di massa corporea emersi sono il 38,8% di eccesso ponderale (di cui il 29% sovrappeso e il 9,3% di obesità conclamata). Per la Liguria le cose stanno peggio, anche se di poco: l’eccesso ponderale nel campione analizzato è pari al 39,7% (30,2% sovrappeso, 9,5% di obesità). Nonostante l’aumento in Settentrione dell’eccesso ponderale i dati più elevati rimangono nel Mezzogiorno: sia il Piemonte che la Liguria hanno valori migliori di quello nazionale.
Il consumo di frutta e verdura
Quella del consumo di frutta e verdura è una precisa indicazione dell’OMS, con la formula “Five a day”, ossia almeno 5 porzioni di frutta o verdura in una giornata. L’indagine divide chi segue questa formula tra chi si limita ad almeno 3 volte al giorno di consumo di frutta e verdura. Le prevalenze del Piemonte sono impietose: è stato solamente il 9% del campione intervistato a dichiarare l’adesione al “five a day”, mentre la percentuale di chi prende almeno 3 porzioni al giorno sale al 55,5%. In Liguria la situazione non migliora: solamente il 7,7% mangia frutta o verdura 5 volte al dì, mentre chi si limita ad almeno 3 porzioni è il 47,3% del campione intervistato. Il valore nazionale del “five a day” è al 7%.