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Produzione vinicola del Nord Ovest protagonista a Vinitaly

Il Piemonte, con 18mila aziende, è la seconda per produzione in Italia.

Produzione vinicola del Nord Ovest protagonista a Vinitaly
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Il Nord Ovest protagonista a Vinitaly con la sua produzione vinicola che in qualche caso è ultra secolare.

Produzione vinicola del Nord Ovest a Vinitaly

La produzione vinicola del Nord Ovest sarà protagonista al Vinitaly, il Salone internazionale del vino e dei distillati che si sta svolgendo a Verona dal 6 al 9 aprile. Infatti una delle nostre regioni sarà tra le meglio rappresentate di tutta Italia, per numero di espositori, tra i padiglioni di Veronafiere: si tratta del Piemonte, che con un elenco di 449 espositori è terzo, nella classifica delle regioni più rappresentate, dopo il Veneto (500 espositori) e la Toscana (547 espositori).

I numeri del Piemonte con 18mila aziende vinicole

La regione subalpina è la seconda d’Italia per impatto di fatturato nel settore vitivinicolo: nel 2023 il valore della produzione è stato di 1,36 miliardi di euro, in crescita sull’anno precedente (1,23 miliardi di euro). Risultati decisamente importanti, nonostante nel 2023 la siccità abbia determinato una flessione significativa degli ettolitri a fine vendemmia: si è passati da 2,06 milioni di ettolitri nel 2023 ai 2,26 milioni di ettolitri dell’anno precedente, il 14% in meno. La regione ha 44mila ettari di vigneti (il 7% dei vigneti italiani), 19 vini a Docg (il 12% dei 332 nazionali), oltre a 20 vitigni storici autoctoni, una rete di produzione di 18mila aziende vinicole, 35 cantine cooperative con 8mila soci, 15 enoteche regionali e 14 consorzi di tutela, oltre al riconoscimento come Patrimonio dell’Unesco dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.  Se la Liguria, dove questa pur importante attività agricola ha meno imprese, sarà presente con 34 espositori, la Lombardia punterà molto sulla rassegna veronese dove sarà presente con 182 espositori.

L'intervento di Attilio Fontana per la regione Lombardia

«Il patrimonio vitivinicolo della Lombardia – ha dichiarato il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana – è un’eccellenza che affonda le radici nella ricchezza e nella varietà del nostro territorio. Le 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT lombarde sono l’espressione autentica di territori unici che conferiscono ai nostri vini caratteristiche distintive e inconfondibili. Vinitaly è un evento che rappresenta una vetrina internazionale d’eccezione per i nostri vini».

Le imprese lombarde dedicate al vino sono quasi 3mila

Sono quasi tremila le imprese lombarde dedicate al vino e gli occupati stabili sono quasi 6.500, in crescita dell’11,2% rispetto a dieci anni fa, cui si aggiungono migliaia di addetti stagionali e dell’indotto. E non va dimenticato che la Lombardia contribuisce per il 3% alla produzione vitivinicola nazionale, ma vanta circa l’8% delle Denominazioni di Qualità italiane. Nel corso degli ultimi 15 anni il valore dell’export dei vini lombardi è quasi raddoppiato, passando dai 176 milioni di euro del 2009 agli oltre 312 milioni di euro del 2024. La vendemmia 2024, pur caratterizzata da condizioni meteorologiche tutt’altro che favorevoli, si è chiusa con una produzione di 935 mila ettolitri di vino, pari a 125 milioni di bottiglie potenziali, e con una quota dell’86% di vini a Denominazione di Qualità, ben al di sopra della media nazionale, ferma al 75%. Nel corso degli ultimi 12 mesi, inoltre, i prezzi all’origine della produzione vitivinicola lombarda sono cresciuti del 5,5%, a riprova di come puntare sulla qualità garantisca benefici generalizzati per un sistema il cui valore è ulteriormente rafforzato dal fatto di poter offrire una varietà senza uguali. Non solo in Italia, ma anche a livello internazionale.

La storia secolare del vino raccontata a Verona

Tra le case produttrici del Nord Ovest le più antiche presenti a Verona saranno la plurisecolare Tenuta Carretta di Piobesi d’Alba, nel Cuneese, risalente al 1467. E poi, più giovane di poco, la Tenuta Tenaglia, che nel Monferrato produce vino dal 1600. Ancora poi la Marchesi di Barolo, risalente al 1820 nell’omonima cittadina cuneese capitale del vino. E poi ancora la Abbazia Casa Vinicola, fondata a Cuneo nel 1848, o la Cà de Lion, fondata a Canelli, in provincia di Asti, nel 1871. O ancora, sempre dall’Astigiano, la Pierfrancesco Gatto, fondata a Castagnole Monferrato nel 1900. Infine, per il Piemonte, da Gavi, nell’Alessandrino, sarà presente la casa vitivinicola Castellari Bergaglio, aperta nel 1870. Le terre lombarde saranno rappresentate dalla casa vitivinicola Castello di Grumello, avviata nel 1890 a Grumello del Monte, nella Bergamasca, o dal Pavese, e più precisamente da Torricella Verzate, sarà presente la Monsupello, attiva dal 1893, o ancora la Travaglino, tenuta fondata a Calvignano nel 1868. Per la Liguria, tra le case produttrici più antiche, i padiglioni di Veronafiere ospiteranno la Anfossi Luigi Blaise, attiva dal 1919 ad Albenga, o la Durin di Ortovero, nel Savonese, attiva dal 1900.

Vinitaly è una manifestazione non solo per gli addetti ai lavori: i numeri dell’edizione 2024

L’evento che terrà banco dal 6 al 9 aprile riguarda non solo gli addetti ai lavori: l’edizione dell’anno scorso si è chiusa con la bellezza di 97mila presenze, segno di un mercato che non conosce crisi e che è una delle eccellenze del nostro Paese nel mondo. Gli operatori esteri (tra cui anche compratori, oltre che produttori), sempre nell’edizione dell’anno passato, sono stati oltre 30mila da 140 paesi (31% sul totale), di cui 1.200 top buyer (+20% sul 2023) da 65 nazioni selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere in collaborazione con Ice Agenzia.

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