Economia

Il calo demografico pesa sul lavoro in Liguria: i risultati dell'indagine di Confindustria Genova

«Sui 609mila occupati (15-64 anni) attualmente presenti in Liguria - così il paper sul lavoro di Confindustria - il 43% ha più di 50 anni, mentre ne ha meno di 34 solo il 21,5%».

Il calo demografico pesa sul lavoro in Liguria: i risultati dell'indagine di Confindustria Genova
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Il mercato del lavoro in Liguria paga lo scotto del calo demografico che rallenta l'economia: presentata l'indagine di Confindustria Genova.

Il calo demografico pesa sul mondo del lavoro in Liguria

«Dopo l’espansione in uscita dalla pandemia, sulle dinamiche dell’occupazione peserà il rallentamento dell’economia e le stesse saranno esacerbate dal calo demografico e dall’invecchiamento della popolazione, evidenziando il rischio che la crescita occupazionale possa essere limitata nel prossimo futuro dal lato dell’offerta di lavoro».

È un estratto dall’indagine sul mercato del lavoro in regione presentato da Confindustria Genova, realizzato in collaborazione con il centro studi di Confindustria e la Fondazione Nord Est. Il documento parla chiaro: la questione demografica influisce sul mercato del lavoro più della crisi economica. Da qui al 2040, infatti, si stima che in Liguria il saldo naturale della popolazione, ovvero la differenza tra nati e morti, perderà ancora 225mila unità. Alla stessa data, la fondazione Nord Est ha stimato che – in assenza di flussi migratori – si avrebbero 218mila persone in meno in età da lavoro (intesa nella fascia dai 20 ai 64 anni), un calo del 26% rispetto a oggi. Al 2024, data della rilevazione, gli occupati in Liguria dai 15 agli 89 anni erano 634 mila (solo a Genova erano 349 mila). I disoccupati, nella fascia d’età dai 15 ai 79 anni, erano 36 mila, mentre gli inattivi (fascia d’età tra 15 e 64 anni) 260 mila.

«Per la nostra regione, che già oggi registra un tasso di occupazione più basso rispetto al resto del nord – scrive Confindustria Genova - ciò significa 155mila occupati in meno».

L’immigrazione contro la glaciazione demografica

A tamponare quella che è definita come una “glaciazione demografica” interviene il fenomeno dell’immigrazione dall’estero o da altre regioni d’Italia, rimasto sempre con saldi positivi (allineandosi alla media del Paese):

«Il calo dei residenti caratterizza tutta Italia - così si legge nel documento - ma Genova e la Liguria sono da tempo territori per i quali gli indici demografici restituiscono ormai frequentemente risultati preoccupanti. Il susseguirsi di saldi naturali negativi e il crescere dell’età media della popolazione ha riflessi sociali ed economici, mettendo in evidenza la necessità, più che in altre Regioni, di accrescere l’attrattività del territorio rivolgendosi ad abitanti e lavoratori fuori Regione. Il calo naturale sarà sempre più intenso nei prossimi anni e ciò ha implicazioni sui modelli di consumo, sul valore dei consumi stessi, sugli investimenti di famiglie e imprese e sull’offerta al mercato di queste ultime».

L’occupazione è in aumento, ma…

Dopo il 2020, i tassi di occupazione nella regione ligure sono aumentati fino quasi al 70%, decisamente sopra la media nazionale che si attesta poco oltre il 60%, ma i giovani sono molto pochi.

«Sui 609mila occupati (15-64 anni) attualmente presenti in Liguria - così il paper sul lavoro di Confindustria - il 43% ha più di 50 anni, mentre ne ha meno di 34 solo il 21,5%».

Sebbene i dati sembrino incoraggianti, il quadro d’insieme cela un problema importante, oltre alla questione demografica:

«Si registrano più occupati, soprattutto a tempo indeterminato, ed è salito il tasso di occupazione, compreso quello relativo alla popolazione giovanile, soprattutto negli ultimi anni. Tuttavia è diminuito il numero di ore lavorate pro capite e si è persa occupazione nell’industria in favore di settori mediamente caratterizzati da una più bassa produttività».

La richiesta di un approccio integrato tra istituzioni, imprese e cittadini e la questione femminile

Ma come risolvere il problema? Il position paper di Confindustria parla altrettanto chiaramente anche di questo aspetto, suggerendo di riflettere a livello strutturale:

«Il declino demografico colpisce direttamente il sistema produttivo e abbassa il potenziale di crescita, destabilizzando anche la sostenibilità delle finanze pubbliche, anche regionali».

«Regione Liguria – continuano da Confindustria - ha già intrapreso passi significativi per favorire il mantenimento e lo sviluppo delle condizioni di vita e di lavoro della popolazione residente, ma è necessario rafforzare le azioni esistenti e introdurne di nuove in una logica di approccio integrato e mirato tra Istituzioni, imprese e cittadini per costruire un mercato del lavoro più inclusivo e contribuire allo sviluppo economico e sociale della regione. Una delle leve da utilizzare per rendere più “demograficamente sostenibile” la qualità di vita e lavoro delle famiglie residenti riguarda il contributo alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Per farlo servono tutti i servizi che aiutano ad alleggerire il compito di accudimento all’interno della famiglia, sia che si tratti di prole sia che si tratti di altri parenti (impegno in larghissima misura a carico delle donne)».

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