L'allarme

In Piemonte è allarme Giovani imprenditori in 10 anni perse 8775 realtà

«Questo dato - commenta Francesca Nota, presidente del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Piemonte - va letto in un contesto economico generalizzato e va inserito anche all’interno di uno scenario sociale di invecchiamento della popolazione. In Italia e in Piemonte il numero dei giovani è crollato. Voglio ricordare che in Piemonte l’andamento della popolazione tra i 15 e i 34 anni negli ultimi 10 anni è diminuita di 11.863 unità (-1,4%)».

In Piemonte è allarme Giovani imprenditori in 10 anni perse 8775 realtà
Pubblicato:

I giovani imprenditori in Piemonte sono sempre di meno: l'allarme è stato lanciato da Confartigianato.

In Piemonte persi 8775 giovani imprenditori in 10 anni

Cercansi giovani imprenditori. Il Movimento Giovani imprenditori di Confartigianato Imprese Piemonte rispetto alla contrazione del numero delle imprese guidate da under 35 lancia l’allarme. Il bilancio dell'ultimo decennio ha visto sparire in Piemonte, tra chiusure e superamento della soglia di età degli amministratori, 8.775 attività guidate da under 35, portando il numero complessivo delle imprese giovanili da 45.305 del 2014 alle 36.530 di dicembre 2024. Il peso in percentuale sul totale delle imprese in regione negli anni 2014 e 2024 è di 10,1% e 8,7% con una variazione di -1,4%. Il calo ha colpito in modo particolare il mondo artigiano che in Italia, nel decennio, ha perso oltre 47mila imprese giovanili (-28,1).

«Questo dato - commenta Francesca Nota, presidente del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Piemonte - va letto in un contesto economico generalizzato e va inserito anche all’interno di uno scenario sociale di invecchiamento della popolazione. In Italia e in Piemonte il numero dei giovani è crollato. Voglio ricordare che in Piemonte l’andamento della popolazione tra i 15 e i 34 anni negli ultimi 10 anni è diminuita di 11.863 unità (-1,4%)».

Servono misure concrete

La presidente ritiene che occorrano misure concrete che favoriscano l’accesso al credito, la semplificazione burocratica e il supporto alla formazione e all’innovazione, per arginare questa contrazione.

«Se da un lato settori tradizionali soffrono maggiormente - aggiunge - dall’altro la crescita dei servizi alle imprese e la stabilità dell’agricoltura dimostrano che, con le giuste competenze e opportunità, i giovani possono ancora costruire il proprio futuro da protagonisti».

La riduzione del perimetro ha innescato una sensibile ricomposizione

Il calo ha interessato quasi tutti i settori economici ma con significative differenze e una forte accelerazione nel segno dell’innovazione e della sostenibilità. La riduzione del perimetro ha innescato infatti una sensibile ricomposizione settoriale dell'imprenditoria giovanile. In termini di composizione percentuale, se nel 2014 commercio e costruzioni rappresentavano insieme quasi il 45% di tutte le imprese under 35, oggi il loro peso è sceso al 37%. Cresce invece l'incidenza dei servizi alle imprese (dall'8,7% all'11,8%) e dell'ICT (dal 6,4% all'8%). Un chiaro segnale di come le nuove generazioni si stiano orientando verso settori a maggior contenuto tecnologico e di servizi avanzati.

«Non possiamo - conclude Nota - permetterci di perdere altre imprese giovanili: il futuro dell’artigianato e dell’economia del nostro Paese dipende dalla capacità di sostenere chi ha il coraggio di mettersi in gioco».

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *