L'intervista

Giulio Centemero è il nuovo presidente dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo

«E’ un onore e un privilegio essere stato chiamato a guidare questa prestigiosa organizzazione. Raccoglierò l’eredità di Enaam Mayara, presidente della Camera del Regno del Marocco, e cercherò di introdurre qualche novità», esordisce il parlamentare brianzolo.

Giulio Centemero è il nuovo presidente dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo
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Giulio Centemero è il nuovo presidente dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (Pam) per il biennio 2025-2026.

Un nuovo presidente per l'organo di cooperazione tra gli Stati euro mediterranei

Si tratta di un’organizzazione internazionale nata nel 2006, frutto della cooperazione tra gli Stati della regione euro-mediterranea nel quadro del processo avviato a Malaga nel 1992 della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione nel Mediterraneo. Una piccola Onu. Centemero, 45 anni, commercialista e revisore dei conti, parlamentare della Lega dal 2018, vicepresidente della Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria della Camera, è stato eletto durante la recente riunione svoltasi a Roma alla quale hanno partecipato 250 delegati provenienti da 31 Paesi che ha visto la presenza del presidente della Camera Lorenzo Fontana, della commissaria europea al Mediterraneo Dubravka Šuica, del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, e i messaggi del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e dell'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.

«E’ un onore e un privilegio essere stato chiamato a guidare questa prestigiosa organizzazione. Raccoglierò l’eredità di Enaam Mayara, presidente della Camera del Regno del Marocco, e cercherò di introdurre qualche novità», esordisce il parlamentare brianzolo.

Quali sono i compiti e gli obiettivi della Pam?

«Si tratta di un’istituzione di diplomazia parlamentare che opera nelle aree del Mediterraneo, dei Balcani e del Golfo. L’obiettivo è quello di scambiare buone pratiche legislative in tre macroaree: Economia, Affari sociali e Politica. Siamo una piattaforma di dialogo, anche laddove le relazioni diplomatiche sono sospese e non mi riferisco solo ad Israele e Palestina che hanno continuato e continuano a parlarsi proprio attraverso la Pam. E’ una forma di dialogo molto importante. Poi promuoviamo iniziative specifiche legate a una serie di commissioni come il Forum Donne per parlare di diversity e il Forum Economico che si terrà a breve a Marrakech».

A Marrakech, in Marocco, verrà organizzato il 22 e 23 maggio un Forum economico. Di cosa si tratta in particolare e quali saranno i vantaggi per le imprese italiane?

«L’evento che organizzeremo è il frutto di una prima iniziativa che organizzai a Milano nel 2019, dove parteciparono ben 150 delegati in rappresentanza di 32 Paesi. C’è molto interesse ad esplorare le possibilità di crescita e cooperazione economica, il Mediterraneo è un’area vicina e interessante dove fare business e le aziende italiane sono presenti. Quest’anno ci concentreremo sui contenuti del Piano Mattei».

Prima parlava di introdurre qualche novità. A cosa si riferiva?

«Voglio istituire un Forum dei Giovani per facilitare il loro futuro occupazionale, nuovi posti di lavoro in tutta questa grande area – dove molti Paesi non godono di esperienze virtuose come l’Erasmus - attraverso la mobilità tra studenti, giovani lavoratori e lo scambio di buone pratiche per l’abbattimento delle barriere al fine di creare maggiori spazi di crescita».

Questa un’area che presenta diverse criticità dal punto di vista geopolitico ed è pure caratterizzata da eventi bellici. Cosa potete fare su questo fronte?

«Questo è un momento molto complicato, dobbiamo trovare il minimo comune denominatore tra tutti e favorire anche il dialogo interreligioso. L’Assemblea parlamentare del Mediterraneo partecipa a tutte le iniziative di pace portate avanti dalle Nazioni Unite, a giugno ce ne sarà un’altra all’Onu, ma anche alle Cop (“Conference of the parties” della convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) e pensiamo a nuove iniziative. Già il fatto di aver portato all’Assemblea plenaria svoltasi a Roma i rappresentanti israeliani e palestinesi, dopo tutto quello che sta avvenendo, è sicuramente stato un successo. Anche la presenza del Libano è stata particolarmente significativa su questo fronte. Ora speriamo che il dialogo produca anche qualche frutto».

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