"Why Liguria" di Deloitte prevede una crescita del Pil regionale dell'1,4%
A Genova, nel prestigioso scenario del Palazzo della Borsa, è stato presentato l’ormai tradizionale report “Why Liguria” di Deloitte, che da dieci anni analizza gli scenari economici della regione.

Secondo il report "Why Liguria" di Deloitte, sui dati del 2024, si prevede in Liguria una crescita del Pil, oltre all'aumento dell'occupazione giovanile.
Il report di Deloitte "Why Liguria" prevede un aumento del Pil nel prossimo futuro regionale
A Genova, nel prestigioso scenario del Palazzo della Borsa, è stato presentato l’ormai tradizionale report “Why Liguria” di Deloitte, che da dieci anni analizza gli scenari economici della regione. È emerso un quadro decisamente positivo, il migliore da diversi lustri a questa parte, che ha evidenziato per la Liguria una crescita del Pil pari all’1,4%, ben superiore alla media nazionale (+0,9% a fine 2024), e descritto un percorso virtuoso decisamente sorprendente.
L'intervento di Valeria Brambilla, amministratore delegato di Deloitte
«I dati che emergono dal report del 2024 sono sicuramente positivi per la Liguria – conferma Valeria Brambilla, ad di Deloitte&Touche – sia in termini di prodotto interno lordo, dove la regione si classifica con una crescita superiore alla media nazionale e anche superiore all’area Nord Ovest del Paese, sia, se non soprattutto, sul fronte del tasso di occupazione giovanile, vale a dire la fascia di età che va dai 24 ai 34 anni, dove la regione presenta un tasso di occupazione di oltre cinque punti percentuali superiore alla media nazionale. Se si associa questo dato a un percorso di digitalizzazione delle imprese private molto forte (con un +23,8%, ndr), questo fa pensare molto bene per il futuro. La forte redditività degli investimenti e l’accelerazione nella digitalizzazione delle imprese rappresentano, infatti, fattori chiave per attrarre nuovi capitali e rafforzare la competitività del territorio».
Quali sono i settori trainanti della Liguria in questo quadro positivo?
«Al di là del contesto che, come è sempre stato, presenta qualche incertezza, se rimaniamo sui dati, quindi sull’aspetto oggettivo, la Regione ha presentato e presenta un valore aggiunto sul comparto economico che deriva dai suoi settori tradizionali molto forti: il trasporto marittimo, il trasporto costiero, la costruzione e riparazione di navi, oltre naturalmente al turismo. Questo continua a rappresentare il vero valore aggiunto economico della Liguria».
I dati li ha snocciolati Ernesto Lanzilla, private leader di Deloitte.
«Il porto di Genova è un hub sostanziale per la crescita della Liguria - ha sottolineato Lanzilla - I traffici passeggeri, merci e container hanno avuto tassi di crescita rispetto al periodo pre pandemico di quasi il doppio della media nazionale. Soprattutto il traffico container è quasi quattro volte quelli di Rotterdam e di Amburgo. Stiamo, quindi, parlando di un centro nevralgico di creazione della ricchezza».
«Sotto l’aspetto della digitalizzazione nella Pubblica amministrazione e dell’efficientamento di alcuni settori strategici, come l’industria alimentare e i trasporti - ha aggiunto il senior partner di Deloitte Eugenio Puddu - in Liguria esistono ancora margini di miglioramento che potrebbero attirare investitori sia nazionali che internazionali».
Il report ha evidenziato anche la grande capacità della regione di recuperare il gap causato dall’emergenza Covid in maniera molto più rapida e robusta della media italiana e del Nord Ovest:
«Il rimbalzo del Pil reale dal 2019/2020 al 2022/2023 – rimarca l’analisi – è stato del 17,6%, contro il 16,5% della media nazionale».
L'entusiamo del presidente della regione, Marco Bucci, per i risultati del report
Naturalmente entusiasta del quadro rappresentato da Deloitte è il presidente della Regione Marco Bucci:
«la Liguria è in crescita per Pil, occupazione, investimenti e persino popolazione residente, un risultato che non si vedeva da trent'anni - le parole del Governatore - Stiamo investendo 18 miliardi in infrastrutture, di cui 7 solo a Genova: rinunciare a queste risorse sarebbe impensabile. Abbiamo il dovere di consolidare la nostra leadership in settori chiave come la blue economy, il digitale, l'energia e l'intelligenza artificiale, per garantire un futuro competitivo alla nostra regione. Genova e la Liguria sono storicamente crocevia di culture, commercio e innovazione. Un porto deve essere aperto e multiculturale, pronto a cogliere le sfide del futuro. Per quanto riguarda la blue economy – ha aggiunto - abbiamo il primato nella cantieristica, nella nautica e nella logistica portuale, che dobbiamo consolidare e potenziare, investendo in innovazione e sostenibilità per mantenere il nostro ruolo di riferimento internazionale. Sul fronte digitale, ci sono cavi sottomarini che arrivano in Liguria e ci connettono con tutto il mondo: è una rivoluzione che dobbiamo sfruttare, attirando investimenti e aziende del settore. Sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, infine, abbiamo le competenze, le aziende e le infrastrutture per diventare un hub europeo del settore. Genova è già connessa con oltre 4 miliardi di persone grazie ai cavi sottomarini e presto diventerà il principale snodo europeo per la trasmissione dei dati. Il digitale è una delle nostre grandi sfide: insieme al Ministro Adolfo Urso abbiamo posizionato Genova come candidata a ospitare una delle quattro giga factory europee per l'intelligenza artificiale».
Il Governatore è tornato a ribadire la grande attenzione verso lo sviluppo del nucleare.
«Genova deve essere protagonista della transizione energetica, dalle nuove fonti di carburante per il trasporto marittimo fino allo sviluppo di un centro di eccellenza per il know-how nucleare - ha concluso Bucci - Abbiamo già avviato un confronto con il Governo per realizzare questo polo strategico».